PrüferCiò che si vede è sicuramente finito. Tutto ciò che cade sotto ai nostri sensi è parte di un tutto. La parte non può “essere parte” senza un intero. Ma l’intero non sempre è visibile. L’esempio che posso fare di ciò è il seguente: io vedo certamente un segmento AB come parte di una retta. Ma non vedo la retta di cui questo segmento è parte, né posso vedere le parti di cui il segmento stesso è costituito. Si tratta di due infiniti. In effetti, ciò che non cade sotto i nostri sensi, non appartiene al piano della finitezza, appartiene bensì al piano dell’infinito. Per fare un altro esempio a noi più familiare dirò che il nostro corpo è finito ma contiene un’anima – che noi non vediamo – che appartiene invece all’infinito. Per questo ho potuto dare dell’uomo la seguente definizione: “l’uomo è un seminfinito che ha da compiersi”. Ma così come il corpo e l’anima stanno in rapporto tra loro come finito e infinito, a ben guardare, ogni cosa espone la coniugazione di questo rapporto. E i due, finito e infinito, non sono separati né sono separabili. Ciò, ovviamente da un punto di vista logico. Si potrebbe dire perciò, che la logica è un occhio che dovrebbe consentire di leggere l’intero della realtà, cosa che non riescono a fare i nostri sensi. Il finito rimanda sempre all’infinito e l’infinito contiene sempre il finito ma, nello stesso tempo, è contenuto in esso. Questo dovrebbe portarci a concludere che la vera realtà o, che è lo stesso, l’essenza della realtà, è l’infinito. E le scienze che fino ad oggi hanno rappresentato queste due istanze, la Fisica e la Metafisica, dovrebbero venire riunite in un’altra scienza, la Mereologia. La scienza che studia il rapporto, la relazione, fra la parte e il tutto.