Qui non parliamo di quel sentimento che viene denominato “umanità”, ma dell’insieme delle persone di ogni lingua, razza e cultura che abitano il pianeta Terra. Si tratta ormai di un crogiuolo che tenta faticosamente di sopravvivere alle sue stesse regole e congetture. Si tratta di cellule grezze che solo in alcuni casi hanno potuto specializzarsi e svolgere la funzione per la quale sono venute al mondo. Destino di ognuno, destino di ciascuna cellula, sarebbe invece quello di specializzarsi. Lo scopo è di diventare ciò che è; per se stessa e per essere utile anche agli altri. Quali impedimenti si interpongono alla realizzazione personale e sociale di un uomo? Il primo impedimento è proprio la scarsa o nulla coscienza che si ha di questo fatto. Poi ci sono tutti quelli legati alla mancanza di libertà individuale e sociale dovuta ai contesti politici. Il nemico principale rimane l’ignoranza. Nell’ambito di questa umanità c’è un gruppo di cellule che stanno prendendo sempre più coscienza del loro ruolo e del fatto che debbono far lievitare questo materiale grezzo per portarlo alla piena comprensione di sé e alla realizzazione del progetto che ciascuno è. Queste sono le cellule che fanno parte della famiglia cielo. Che persone sono i membri della famiglia cielo? Sono persone buone, solidali, altruiste, umili, colte, costruttive, rispettose, non invidiose, senza ira; non cercano alcun vantaggio per sé, non aspirano ai posti di potere né agli onori; non desiderano essere salutati nelle piazze, ma sperano piuttosto di passare inosservati; sono semplici, schiette e dirette; sono persone amiche… dell’umanità. Hanno avuto la fortuna di veder realizzata la propria indole ed hanno deciso di metterla al servizio degli altri, dell’umanità tutta intera, che considerano un organismo vivente, del quale ciascun uomo è una cellula. Proprio questo, a ben guardare, dovrebbe essere il destino di ciascuno; noi non siamo nel mondo per noi stessi, né per dare il peggio di noi stessi. Siamo qui per dare il meglio di noi stessi agli altri. Ecco perché è di fondamentale importanza che ciascuno diventi ciò che è a partire dalla sua indole e dai suoi talenti. Ed in psicologia questo traguardo si chiama autorealizzazione. Se la persona si autorealizza diventa ciò che è; e sarà utile a sé e agli altri. Se uno sente di dover diventare un medico, di sicuro sarà un bravo medico. Se uno vuole diventare educatore, sarà di sicuro un bravo educatore. Ciascuno segua la propria vocazione. Un bravo medico, un bravo educatore, un bravo avvocato, un bravo politico… non è per se stesso ma è per spendersi per il bene degli altri. La persona singola è, nella sua specificità, in funzione della società. E contribuisce al benessere e alla prosperità della nazione. Se non si autorealizza non perviene neppure al proprio sé e la sua personalità non sarà compiuta. La stragrande maggioranza delle persone che conosciamo versano in questa condizione. Sono personalità incompiute. Il percorso necessario sebbene non ancora sufficiente per poter approdare a diventare ciò che si è inizia e prosegue con la scuola e l’istruzione. Poi si tratta di mettere in pratica le conoscenze acquisite, facendo attenzione ad essere coerenti fra ciò che si pensa, si dice e si fa. Ma chi sottovaluta la scuola e l’istruzione, chi sottovaluta l’importanza che ha la cultura nella vita del singolo e della collettività, è un nemico dell’umanità. Attenzione però: molti parlano di cultura, di istruzione, di formazione… sembrando competenti, interessati e punto di riferimento, ma sono inganno, perché non sanno di che cosa parlano. Lo scienziato non è detto che sia anche saggio e sapiente. I filosofi poi, quelli veri, si contano sulle dita di una mano. Solo l’uomo davvero colto distingue e sa discernere.