Io e il mio orologio camminiamo insieme e, ambedue, andiamo “avanti”. Lui secondo dopo secondo, io giorno dopo giorno, e, se si vuole, minuto dopo minuto e ora dopo ora. Ma… questa distinzione la devo pensare! Occupiamo ambedue uno spazio. Se il mio orologio decidesse di ribellarsi perché è stanco di andare avanti e volesse andare “indietro”, non avrebbe che una sola possibilità: quella di fermarsi. Ma anche qui, una volta fermatosi, pur essendo rimasto indietro rispetto agli altri orologi, non significa che abbia invertito il senso di marcia. Si è sempre mosso dal passato verso il futuro o, per i più raffinati, non ha fatto altro che accogliere il futuro che gli andava incontro. Io, invece, quando il mio orologio da polso si è fermato, posso ritrovarmi spaesato perché ho perduto quel compagno di viaggio che mi teneva informato sullo scorrere del tempo. Tuttavia, anche senza orologio, anch’io ho continuato a procedere verso il futuro. Il tempo, sia che lo misuri, sia che non lo misuri, continua a scorrere. E continua a scorrere sempre allo stesso modo. Non saranno più le lancette ad indicare lo scorrere del tempo in un orologio fermo, ma lo sarà la ruggine che via via lo assale. Quando un orologio si ferma non vuol dire che il tempo si è fermato. E quando una persona non si cura dello scorrere del tempo, non vuol dire che il tempo cessa di scorrere per quella persona. Le trasformazioni che subisce il suo corpo ne sono l’attestazione più evidente. Quella meno evidente riguarda le trasformazioni dell’anima, che pure ci sono, e avvengono giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto. Quindi ciò che accade all’orologio avviene anche alla nostra coscienza. Durante la veglia lo scorrere del tempo mi accompagna per mezzo della coscienza, anche se questa non è in grado di misurare il tempo con la stessa precisione con cui lo fa l’orologio. Durante il sonno la mia coscienza sospende l’attenzione verso il tempo, tanto che nessuno, mentre dorme, si accorge del suo scorrere. Ma il tempo c’è ancora. Lo ritrovo tutto al mio risveglio. Quand’è che il tempo finisce? Come per l’orologio il tempo finisce quando la mia coscienza non è più. La morte, ad esempio, stabilisce questa interruzione. Ma il tempo continua a scorrere per le altre coscienze come per gli altri orologi che camminano, ciascuno dotato di un tempo suo proprio, che intercetto e visito con la mia coscienza a motivo della sua continua trasformazione. Nella rigidità della morte alla quale segue la sepoltura… nell’orologio fermo da tempo che getto nella spazzatura, termina, a ben guardare la corporeità delle cose, ma lo scorrere del tempo, la loro anima, in esse è sfociato nell’eternità che perdura.
Il pezzo intero sarà disponibile sotto forma di video tra qualche giorno nel mio canale su youTube