Dalla meccanica quantistica alla psicologia quantistica il passo è lungo ma inesorabile ed inevitabile. La ragione di ciò è nel fatto che ogni cosa come ogni essere sono connessi tra loro. Ed ogni evento che accade, per quanto locale ed isolato possa essere, è accaduto all’intero… sistema di cui ciascuno ed ogni cosa è parte. La psicologia quantistica fa riferimento alle fenomenologie private, non ripetibili, non condivise. Corrisponde al tratto che, con terminologia antica, viene chiamato “soggettivo”. Questo tipo di psicologia fa il punto sulla persona singola, prendendone in considerazione l’origine, la sua formazione, i suoi talenti, i suoi limiti, le sue azioni ed opere. Rappresenta, mappandola, la storia in progress del vissuto del soggetto. E’ il tipo di psicologia che tiene conto delle esperienze occorse al singolo, sia in termini di crescita interiore, sia in termini di relazione agli altri. In questo quadro, il primo postulato che ne consegue è: “l’individuo-persona è unico, originale, irripetibile”. E poiché riconosciamo al singolo il valore che merita, ne vogliamo considerare specialmente l’aspetto evolutivo, quello dell’assimilazione e dell’assestamento. Gli aspetti creativi e quelli legati all’autorealizzazione, tenendo presente che abbiamo sullo sfondo la psicologia umanistica. Questa era una premessa necessaria per supportare una domanda circa il valore di una persona. Come facciamo a stabilire “quanto vale” una persona? In base forse a quanti soldi ha nel proprio conto corrente? O in base alle proprietà acquisite! In base alla realizzazione familiare o in base al successo nel proprio lavoro? Oppure da quanto consenso di pubblico è riuscito ad ottenere. Risposta: niente di tutto questo. Ciascuna delle cose citate sono elementi tutto sommato accessori, risultanze del proprio essere, che trovano la loro ragione nell’esteriorità. Il valore di una persona, invece, lo si misura sulla base di quanta verità (quantum veritatis) ha acquisito e dalla coerenza con la quale l’ha applicata nella vita pratica. Il “quantum veritatis” è costituito tanto dalle verità affettive, quanto da quelle cognitive; dalle verità “soggettive”, quelle cioè maturate dal soggetto sulla base della sua esperienza. (Cit. M. Marsicola, La porta del futuro, Amazon.it). Il quantum veritatis è l’architrave, la spina dorsale attorno ai quali si forma tutta la personalità dell’individuo. Senza “verità” la persona è vuota, vacua, e la sua personalità non si forma. Ciò impedisce di diventare “persona”. Quindi, non soltanto, il quantum veritatis è l’elemento che dà valore alla persona, ma l’imprescindibile, costitutivo elemento della personalità stessa (Cfr. M. Marsicola, Egologia, amazon.it). Cresciamo tutti col medesimo contenuto di verità? No. Ciascuno è una via alla verità, ed il percorso che è chiamato a fare è a lui peculiare. Quindi, ognuno crescerà con il proprio asse di verità, che differisce necessariamente da quello di chiunque altro. Non si sottovaluti, poi, il fatto che le conquiste di ognuno (in termini di conoscenza) possono avere ed hanno ricadute complementari sugli altri. La singola personalità è in funzione di tutte le altre. La propria crescita è viatico per la crescita altrui come la crescita altrui è viatico per la propria.
Quantum veritatis
16 domenica Ago 2020
Posted Nuova antropologia
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