Quando ti spiegano che anche lo spazio è nato con il big-bang senti subito qualcosa che stride. Senti che la tua razionalità non può accettare questa idea. Infatti il filosofo si chiede sempre: “cosa c’era prima?” E la risposta che trova è una sola (dal punto di vista fisico – posto che lo spazio sia assunto quale entità fisica!-): prima di ogni “cosa” vi era lo spazio. Ossia la capacità di contenere la cosa, di darle una forma e di lasciarla espandere… fosse pure all’infinito. Sì perché si deve comprendere che il concetto di spazio non si esaurisce nella sua rappresentazione; né si esaurisce nella sua capacità contenitiva. Lo spazio è l’una e l’altra cosa, ma, soprattutto, è quell’originario luogo in seno al quale ogni cosa, ossia ogni fenomeno, ha preso forma, consistenza e dinamicità. E’ il luogo del posse. Il luogo dove ogni cosa può materializzarsi e prendere forma. Tutto ciò che è fisico è nello spazio ed è spazio esso stesso. Ma domandiamoci: qual è la dimensione dello spazio? E’ quella proposta dalla geometria euclidea o è quella proposta dalla geometria di Gauss, di Lobacevskij e di Bolyai? O la natura dello spazio ha in sé tutte queste caratteristiche! E se è così, cosa difficile da contestare, non si va verso l’idea che lo spazio in sé è non solo infinito, ma contiene una infinita possibilità di combinazioni? E non è che io voglia mettere in dubbio Il Vangelo di Giovanni, il quale afferma che in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Sono perfettamente d’accordo con Giovanni evangelista. Non c’è contraddizione tra questo evangelo e quello che dico qui in questo articolo. Lo spazio, infatti, è riconducibile a Dio Padre. L’origine e il contenitore di tutte le cose. Dio Padre: Lo spirito assoluto, l’Idea che tutto contiene; la forma e la sostanza. Il Verbo è lo strumento della Creazione. Per mezzo della parola il pensiero si materializza nelle cose concrete. “Tutto è stato fatto per mezzo suo”… – è sempre Giovanni a spiegarcelo -. Il pensiero è il Padre, la parola è il Figlio. L’opera è realizzazione, in senso letterale: l’opera porta a realtà visibile ciò che altrimenti sarebbe rimasto e rimarrebbe nascosto come idea o pensiero. Il legante è il Lògos, dove pensiero e parola trovano il loro significato, la causa e lo scopo. Il discorso ed il ragionamento logico per comprendere la causalità e lo scopo di tutte le cose. La Creazione, infine, come dono d’amore gratuito. Segno che le due divine persone, il Padre e il Figlio, dialogano ed operano mediante lo Spirito di Verità, che è tutt’uno con lo spirito d’amore, più noto con il nome di Spirito Santo.