Se parlassimo di “Filosofia della storia”, di “Filosofia antropologica”, di “Filosofia della scienza”, parleremmo di ambiti interni alla filosofia, di specializzazioni, di prospettive. La vera filosofia non ha aggettivazione alcuna; e se proprio deve averne una essa è Filosofia dell’essere. Ma nel senso che la filosofia è espressione dell’essere nella sua verità. E l’essere è l’intero. Ora, poiché l’intero non può rivelarsi ‘interamente’ nella parte, per poterlo fare ha bisogno del tempo. Ecco perché diventa rilevante la “storia del pensiero filosofico”. E la storia del pensiero filosofico è stata scritta da coloro che hanno ricercato la verità dell’essere o, che è lo stesso, l’essere nella sua verità. Ogni altro tipo di indagine diversa da questa non è riconducibile alla filosofia. Il filosofo è colui che cerca la verità. Filosofo è colui che trovata la verità cammina in essa. Filosofo è colui che ama la verità. Il filosofo è colui che trovata la verità cammina in essa e sempre più si inoltra per il suo terreno. Chi fosse ancora “alla ricerca della verità”, chi deve ancora orientarsi verso di essa, non può essere detto ‘filosofo’. Il filosofo infatti cerca la verità perché la ama ed ama la verità perché la cerca. Cerca qualcosa di amabile; anzi, di amabile sommamente. Ma prima ancora che muovere alla ricerca della verità, la verità stessa cerca chi vuole conoscerla. Il filosofo incontra la verità dopo che questa gli è andata incontro. La verità va incontro a chi vuole cercarla. E’ felice di potersi donare. Ma prima di donarsi mette alla prova il cercante, e se lo trova degno di sé allora gli si offre. La verità è paragonabile ad una pietra preziosa. Chi la possiede ha un grande valore. Ma poiché è l’origine stessa del valore, si dona soltanto a chi trova degno di sé e ne comprende, appunto, il valore.
Chi è il filosofo?
30 venerdì Mag 2014
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